Mancano pochi giorni al debutto di Eima Digital Preview, in programma dall’11 al 15 novembre prossimi, e l’attesa si fa sempre più forte, per capire come potrà essere la reazione degli espositori e dei visitatori a questa nuova formula. Abbiamo rivolto alcune domande al direttore generale di FederUnacoma, Simona Rapastella, coinvolta in prima persona nell’organizzazione della fiera.
Come sta procedendo l’iscrizione degli espositori alla piattaforma digitale? E come stanno sfruttando questa opportunità?
Il lavoro degli espositori procede bene. Ad oggi (20 ottobre, ndr) abbiamo oltre 800 case costruttrici che hanno già realizzato i propri stand virtuali, e numerose altre si aggiungeranno nei giorni prossimi, giacché la preview virtuale è aperta a tutte le aziende che hanno confermato la partecipazione all’Eima fisica del febbraio prossimo, che sono circa 1.600. Non deve stupire il fatto che alcune aziende si prendano tempi più lunghi per allestire i propri stand, perché una fiera virtuale è un’esperienza nuova per il nostro settore, e la piattaforma prevede che ogni espositore possa caricare filmati, schede prodotto, animazioni anche in 3D, tutte operazioni che richiedono una certa cura.
Quanto vi preoccupano, soprattutto in vista della fiera fisica di febbraio, le defezioni di alcuni grandi gruppi?
I grandi gruppi portano innovazioni tecnologiche sempre interessanti e attirano pubblico, quindi il fatto che alcuni di essi abbiano deciso di non partecipare ci dispiace. Tuttavia, il motivo della mancata partecipazione è legato agli effetti complessivi all’emergenza sanitaria e non certo ad una sottovalutazione dell’importanza dell’Eima. I marchi che mancheranno in questa edizione credo saranno puntualmente presenti alla prossima nel novembre 2022. Più importante della conta di chi manca è l’elenco di chi sarà invece presente, vale a dire importanti multinazionali del settore, marchi storici, le moltissime aziende che hanno confermato e che daranno vita, tutte insieme, ad una rassegna di tecnologie e modelli che sarebbe il vanto di qualsiasi fiera.
Può reggere l’idea di una fiera dedicata per lo più alle aziende medio-piccole di meccanizzazione agricola?
Nel nostro settore le fiere si possono caratterizzare per le tipologie di prodotto, ma non per la presenza di espositori grandi o medio-piccoli. Chi cerca un trattore, spesso cerca anche l’attrezzatura da abbinare ad esso, o sistemi elettronici di supporto, vale a dire tipologie di merce che possono essere prodotte da aziende più o meno grandi, più o meno specializzate. Per questo è importante che una fiera possa offrire al visitatore il panorama più ampio possibile di marchi e modelli, consentendogli di confrontare i prodotti, di abbinare le tecnologie, di ottimizzare il proprio lavoro trovando in uno stresso evento espositivo tutto ciò che può essere per lui interessante.
Siete in un certo senso i precursori di una fiera virtuale: quali risultati vi aspettate?
Proprio perché stiamo facendo un’esperienza “di frontiera” non è facile fare una previsione. Gli operatori del nostro settore non hanno mai gestito una piattaforma fieristica con le caratteristiche dell’Eima Digital Preview ed è possibile che qualcuno possa avere un approccio “timido”. Ma la piattaforma sarà efficace e intuitiva e ci aspettiamo che, momento dopo momento, i visitatori acquistino sempre più familiarità e gusto nell’utilizzare questo strumento. L’Eima virtuale avrà particolare “appeal” per gli operatori dei Paesi esteri, che hanno interesse a riprendere contatto con le case costruttrici dopo il blocco forzato delle attività e la crisi economica e commerciale direttamente causata dalla pandemia. Insomma, ci aspettiamo una piattaforma molto affollata, anche se si tratterà di una folla che non potremo ammirare “a colpo d’occhio”, come avviene per l’Eima fisica, ma che verrà misurata e monitorata tramite un raffinato sistema informatizzato.
Solo un Dpcm potrà bloccare l’Eima fisica
Si può dire che a tutt’oggi l’Eima di febbraio 2021 potrà essere bloccata solo da un Dpcm?
Sotto il profilo organizzativo la fiera è pronta per febbraio: abbiamo impegni contrattuali con un grande numero di espositori e stiamo già lavorando sui dettagli della “messa in pianta” e sui “corridoi verdi” istituiti per assicurare la partecipazione in sicurezza di operatori da Paesi esteri. Evidentemente, ogni decisione che prendiamo come organizzatori è ponderata e in sintonia con ciò che le autorità politiche e sanitarie decidono. Se dovessero intervenire disposizioni di segno diverso, dovremo naturalmente adeguarci e riprogrammare la tempistica.
C’è qualche possibilità di ulteriore posticipo della fiera fisica?
In questa difficile stagione ogni organizzatore deve tenere in serbo qualche possibile alternativa, e in linea di principio nulla vieta che l’Eima possa essere ricollocata in un altro momento dell’anno. Il mese di febbraio era stato individuato come la migliore alternativa al mese di novembre in cui, secondo il calendario fieristico ordinario, l’Eima avrebbe dovuto svolgersi, perché è compatibile con le lavorazioni agricole e con gli impegni del quartiere fieristico di Bologna. Purtroppo l’ultimo decreto, che inaspettatamente sospende le fiere internazionali sino alla fine di novembre, getta un’ombra d’incertezza sulle programmazioni fieristiche. Stiamo dunque lavorando con grande attenzione per capire come la situazione evolverà nel breve e medio periodo.
Avete già pensato a quando collocare l’edizione 2022 per non sovrapporvi con il Sima di Parigi?
Non abbiamo ancora stabilito le date dell’edizione 2022, che sarà comunque nel mese di novembre come è tradizione per l’Eima. La nostra politica è quella di non sovrapporci con il Sima, per non creare difficoltà a quelle case costruttrici e a quegli operatori che intendono partecipare ad entrambe le rassegne. Il problema non avrebbe dovuto esserci, in teoria, perché gli organizzatori francesi avevano promesso che l’edizione 2022 del Sima sarebbe andata in scena nel mese di ottobre, distanziata dall’Eima. In effetti, hanno già sconfessato quella dichiarazione annunciando che il Sima 2022 sarà in novembre…
“Triennalizzazione” improponibile
Qualcuno ogni tanto ripropone l’ipotesi di una “triennalizzazione” delle fiere di settore in Europa: che cosa rispondete?
La triennalizzazione degli eventi avrebbe senso se le tre fiere di Hannover, Parigi e Bologna fossero identiche per merceologia ed espositori, e avessero un pari peso sul piano dei numeri. In realtà le tre fiere si rivolgono a segmenti di utenza in molti casi differenti (l’Eima di Bologna è molto forte, ad esempio, sulle colture specializzate o sulla componentistica, la fiera di Hannover è molto completa per le macchine destinate alle grandi superfici…). Questo significa che un operatore che ha interesse specifico per certi marchi o certe tecnologie, che sono presenti in un evento e non negli altri, avrebbe possibilità di trattarle ogni tre anni… un tempo improponibile per chi deve fare business. Come detto, le tre fiere sono diverse anche sul piano dei numeri: al momento l’Agritechnica e l’Eima hanno un peso specifico decisamente maggiore rispetto al Sima, e questo è un elemento che andrebbe considerato nel momento in cui si ipotizza una sorta di “equa ripartizione” del mercato fieristico europeo.