Anche per John Deere la pandemia di Covid-19 ha presentato i suoi conti. A fine maggio, infatti, Deere & Company ha presentato i risultati finanziari del secondo trimestre (febbraio-aprile) riportando un calo del fatturato del 18% (da 11.342 a 9.253 milioni di dollari), per un complessivo -13% dopo i primi sei mesi (da 19.326 a 16.884 milioni di dollari). Ancora più pesante l’effetto sull’utile netto: -41% nel secondo trimestre (da 1.135 a 666 milioni i dollari) e -28% nel primo semestre (da 1.633 a 1.182 milioni di dollari).
Il segmento agricolo è stato in linea con i dati complessivi del gruppo, con ricavi in calo del 18% nel secondo trimestre e del 13% nel primo semestre. Per l’anno fiscale 2020 John Deere prevede un -10/15% nelle vendite di macchine agricole, comprendendo anche un effetto valuta negativo di circa il 2%. A livello geografico, le previsioni parlano di un calo delle vendite di macchine agricole di circa il 10% negli Stati Uniti e in Canada e del 5-10% in Europa. Le vendite di trattori e mietitrebbie in Sudamerica sono previste in calo del 10-15%, mentre in Asia la diminuzione dovrebbe essere più moderata e dovuta in larga parte alla chiusura per pandemia in India.
«La priorità assoluta di John Deere nei riguardi della crisi da Coronavirus è stata la salvaguardia della salute dei dipendenti, adempiendo allo stesso tempo al proprio obbligo in quanto attività essenziale al servizio dei clienti in tutto il mondo – ha detto il presidente e amministratore delegato John May –. Abbiamo avuto successo in queste aree grazie alle misure proattive messe in atto per mantenere in sicurezza i dipendenti e mantenere operativi i nostri stabilimenti produttivi e i centri di distribuzione dei pezzi di ricambio. Allo stesso tempo, l’azienda ha raggiunto le comunità locali per aiutare coloro che avevano bisogno a causa della pandemia. Deere e i suoi dipendenti hanno fornito un supporto generoso alle banche alimentari della zona e ad altre organizzazioni offrendo assistenza durante questo difficile periodo».