Proseguono gli acquisti in casa Guaresi. Dopo l'acquisizione di Grim (vedi articolo) l'azienda specializzata in macchine per la raccolta di pomodoro destinato all’industria conserviera e di trasformazione, ha completato l’acquisizione anche di Hortech, realtà italiana specializzata nella progettazione e realizzazione di macchine per la preparazione del terreno, la semina-trapianto e la raccolta del prodotto orticolo in campo aperto e in serra.
Con sede in provincia di Padova, Hortech vanta oggi un’esperienza trentennale nel settore dell’orticoltura ed è presente in oltre 60 Paesi nel mondo. L’innovazione tecnologica è il cuore pulsante dell’azienda: costantemente alla ricerca di prodotti qualitativamente elevati, all’avanguardia, ecosostenibili e in grado di assicurare un’elevata affidabilità, Hortech investe infatti buona parte dei propri utili in ricerca e sviluppo. Il personale specializzato e qualificato, in aggiunta a una puntuale ed efficace assistenza post-vendita, garantiscono elevati standard qualitativi e di soddisfazione dei clienti.
Questa operazione si inserisce nel contesto più ampio del progetto “Finance for Food One” di Hyle Capital Partners che, attraverso una strategia di build-up partita dall’acquisizione di Guaresi, continuata con Grim – realtà specializzata nella progettazione e produzione di sprayer per la protezione delle colture – e ora proseguita con Hortech, ha l’obiettivo di creare un gruppo leader italiano delle macchine agricole in grado, nei prossimi anni, di penetrare nuovi mercati esteri e raggiungere un giro d’affari di oltre 50 milioni di euro entro l’anno
50 milioni di fatturato a fine anno
«Guaresi andrà oltre i 30 milioni di fatturato, mentre Grim e Hortech saranno tra i 10 e i 12 milioni ciascuna, quindi diciamo che potremmo anche superare complessivamente i 50 milioni – precisa Massimo Zubelli, amministratore delegato di Guaresi –. Dipenderà da come va la seconda parte dell'anno, perché in Italia c'è un po’ di "fiato corto" dopo l'opulenza della 4.0, ma queste sono aziende che hanno lavorato molto bene sull'export, quindi il rallentamento del mercato italiano non preoccupa.
Diciamo che l'obiettivo è quello di creare un gruppo che raggiunga i 100 milioni di euro di fatturato – continua Zubelli – perché questo ci permetterebbe di avere una massa critica per lo step successivo, ovvero quello di ulteriore crescita manageriale, strutturale e gestionale di queste tre aziende da qui a 5 anni. In questo senso stiamo valutando altre possibilità di acquisizioni e non solo in Italia, perché in giro per il mondo ci sono aziende che hanno un ottimo prodotto di nicchia.
Noi siamo orientati a un qualcosa di assimilabile a gruppi come Ploeger Oxbo Group, che ha messo insieme macchine semoventi di grandi dimensioni, complesse e ricche di tecnologia in settori di nicchia, ma che comunque generano fatturati importanti con margini significativi. In altre parole, abbiamo volutamente evitato di entrare in mondi come quello delle attrezzature a basso costo, dove lo spazio per fare profitti è legato esclusivamente ai volumi».