Prosegue ‘l’ondata rosa’ nel mondo dell’agricoltura italiana, con una presenza femminile alla guida di imprese che viene sempre più confermata dai dati e che, soprattutto, porta con sé idee e concetti nuovi rispetto al solco della tradizione per il settore primario. Secondo le ultime stime fornite da Coldiretti su dati Unioncamere quasi un’azienda su 3 (29%) è guidata da donne. Un fenomeno che si concentra soprattutto nel centro e nel sud, dove è presente quasi il 70% delle imprese rosa.
Nella loro attività imprenditoriale, spiega l’organizzazione professionale, le agricoltrici hanno dimostrato capacità di coniugare la sfida del mercato con il rispetto dell'ambiente, l'attenzione al sociale e la valorizzazione dei prodotti tipici locali. Donne sempre più protagoniste nelle attività di educazione alimentare e ambientale, con i servizi di agritata e agriasilo, le fattorie e orti didattici, i percorsi rurali di pet-therapy, fino ai mercati di Campagna Amica e all'agriturismo. Una realtà di innovazione e legame con il territorio, ben raccontata dalle sei esperienze imprenditoriali alle quali è stato assegnato il riconoscimento del Premio De@Terra, istituito dal Ministero delle Politiche Agricole.
Tra di esse, quella di Elisa Gastaldi che in Piemonte, a Castelnuovo Scrivia (Al), nella sua serra recupera e coltiva i semi di cereali e frutti antichi, oltre a piante officinali e speciali come il gualdo, utilizzato in passato come tintura naturale per colorare di blu i jeans. Annalisa Mastrogiuseppe di Pratola Peligna (Aq), laureata in lingue, nella sua azienda agrituristica ha invece messo a disposizione piccoli orti destinati a famiglie e pensionati con la passione per l’agricoltura senza disporre però di terra da coltivare. In Sicilia, invece, Grazia Invidiata alleva allo stato brado nella sua fattoria a Collesano (Pa) 80 bovini e produce la Provola delle Madonie e il Fagiolo Badda di Polizzi Generosa, contribuendo al recupero di prodotti con radici storiche importanti per quel territorio. Le altre imprenditrici premiate sono Immacolata Migliaccio di Santa Maria Capua Vetere (Ce), Martina Bischetti di Nerola (Roma) e Francesca Petrini di Monte San Vito.
Anche Unioncamere, attraverso il vicesegretario generale Tiziana Pompei, analizza il fenomeno delle aziende rosa in Italia, precisando che sono oltre 1,3 milioni, quasi 22% del totale. E i settori più interessati sono commercio, turismo, servizi e, come detto, proprio agricoltura, "il settore più numeroso e che più ha saputo innovarsi". Agrinsieme, nel ricordare che, in base ai dati Crea, le imprenditrici agricole italiane sono circa 500.000, evidenzia come si tratti di un dato sicuramente sottostimato dal momento che il Censimento agricolo non rileva le coniugi coadiuvanti, stimate in circa 431.000. Peraltro, sottolinea l’associazione, il confronto degli ultimi Censimenti evidenzia che le aziende al femminile hanno tenuto meglio la crisi riducendosi dell’1%, mentre quelle maschili subivano un calo del 9%. Le aziende agricole femminili hanno, inoltre, sofferto una pari riduzione (37%) nel numero di imprese tra il 2000 e il 2010 mentre hanno progressivamente aumentato il loro peso percentuale dal 26% del ’90 al 31% del 2010.
Emiliano Raccagni