Verrà presentato domani il primo drone-contadino frutto dell’ingegno e della tecnologia italiana. Si chiama Agrodron e farà presto il suo esordio sui campi italiani con una prima missione: “bombardare” i campi di mais con piccole capsule di cellulosa che al loro interno conterranno uova di insetti nemici naturali della piralide, il lepidottero parassita che ogni anno è il principale responsabile dell’infestazione di intere coltivazioni di mais.
Agrodron è stato sviluppato e realizzato da due aziende specializzate, la Italdron di Ravenna e la Adron Technology di Udine, che hanno progettato un sistema basato su un drone radiocomandato dotato di autopilota e gps, con un peso massimo al decollo di 5,5 chilogrammi e un’autonomia di volo di 18 minuti per ogni serie di batterie. Agrodron utilizza una piattaforma derivata dal quadricottero di Italdron “Highone Hse”, in grado di trasportare un kit spargitore, consistente in uno speciale contenitore progettato da Adron Technology. L’utilizzo di Agrodron, spiegano gli esperti, potrà consentire in futuro di sostituire i mezzi pesanti per lavori specifici di spargimento e trattamento delle coltivazioni, riducendo a zero i rischi di danni in campo e limitando fortemente l’impatto ambientale grazie alla sua azione mirata. Ne trarranno vantaggio, inoltre, la velocità e la precisione di applicazione un tutti i casi di lotta biologica ai parassiti.
E, come ogni macchina che si rispetti, il drone non si alzerà in volo senza un’adeguata copertura assicurativa, la “GrowGreen Insurance”, messa a punto dal broker specializzato Pagnanelli Risk Solutions Ltd, che coprirà i rischi derivanti dal monitoraggio in volo delle coltivazioni e dei pascoli, ma anche delle attività specifiche di irrorazione di concimi e fitofarmaci.
Sono ormai decine di migliaia i droni civili che volano nei cieli italiani. Costi bassi, utilizzo semplice, inquinamento zero, minima invasività acustica sono le caratteristiche che hanno fatto scoppiare un vero e proprio 'boom dei droni': da quelli 'fattorino' a quelli impegnati in agricoltura, nelle emergenze di protezione civile, nelle verifiche strutturali di edifici. Sono talmente tanti che l'Enac ha avviato una regolamentazione rigorosa per poterli utilizzare. E in Italia, non a caso è già scoppiata la febbre del brevetto di piloti di droni.
Proprio mettendo in pratica uno dei possibili ambiti applicativi dei droni, un’altra azienda italiana, la Aerodron di Parma, ha messo a punto una flotta di mini robot volanti che avrà il compito di analizzare il territorio e arrivare lì dove l’uomo non riesce, con lo scopo di prevenire frane, alluvioni ed esondazioni. O ancora: dare una mano all’agricoltura, aiutare a mettere in sicurezza una zona o contribuire a operazioni di soccorso. Siamo solo all’inizio, quindi.
La rapida popolarità raggiunta dai droni e le grandi potenzialità applicative di questi piccoli apparecchi volanti anche in ambito agricolo saranno protagoniste dell’evento Roma Drone Conference, che da domani, 28 gennaio, ospiterà l’appuntamento dal titolo “Droni in agricoltura. Nuove soluzioni tecnologiche per monitoraggio e interventi di precisione nelle coltivazioni", che vedrà la presenza dei rappresentanti delle maggiori realtà del settore agricolo in Italia. Ci saranno gli Ordini nazionali dei dottori agronomi e forestali, dei periti agrari e degli agrotecnici, Confederazione Italiana Agricoltori (CIA), Coldiretti e Confagricoltura. Interverranno anche numerosi esperti del settore in ambito scientifico, tra cui l’Istituto di Biometeorologia del CNR di Firenze e le università di Pisa, Teramo e della Tuscia.
Saranno inoltre illustrate le norme previste dal Regolamento ENAC per operare in aree rurali con gli Apr. Nuovi progetti di droni e sensori per uso agricolo saranno poi presentati da diverse aziende specializzate, tra cui, oltre a Italdron, e Adron Technology, figurano Skyrobotic, Flytop, Menci Software, Cloud Cam by Nuovi Sistemi, Iptsat, Superelectric e AiviewGroup.
Articolo di Emiliano Raccagni