E’ appena arrivata infatti dalla Commissione europea la conferma che il nostro Paese, per il periodo di riferimento compreso da aprile 2013 a marzo 2014, ha registrato un calo di produzione del 1,1%, pari a 114mila tonnellate in meno rispetto alla quota nazionale assegnata. Niente sanzioni, quindi, che invece toccheranno ad altri otto paesi comunitari (Germania, Olanda, Polonia, Danimarca, Austria, Irlanda, Cipro e Lussemburgo) che hanno prodotto globalmente 1,46 milioni di tonnellate di latte in eccesso e dovranno quindi agli “esattori” di Bruxelles 27,83 euro di multe per ogni chilogrammo di surplus. Per l’Italia, sono stati inferiori di oltre 24 mila tonnellate sui quantitativi assegnati anche quelli destinati alla vendita diretta in azienda.
Effetto Russia. Non pare quindi andato a buon fine il tentativo, tutto giocato nei corridoi comunitari, dei nuovi paesi “splafonatori”, che mesi fa avevano di fatto chiesto di poter superare le proprie quote adducendo la fine imminente del sistema, nell’aprile 2015. Una richiesta a suo tempo stoppata dall’allora presidente di turno, il Ministro italiano Maurizio Martina, che in questi giorni parrebbe rafforzata dalle voci che allontanerebbero il tempo della revisione del regime delle quote latte, che di fatto non saranno toccate per nemmeno nel 2014-2015. I motivi di tale frenata sarebbero da addurre al rallentamento dell’export verso la Cina e, soprattutto a problemi inerenti l’embargo alla Russia, un mercato capace di assorbire per determinate produzioni anche un terzo della dei volumi totali.
E quest’anno? Sul fronte delle quote latte, però, le notizie non si fermano a quelle –buone sul fronte delle sanzioni – relative alla scorsa campagna. E’ di pochi giorni fa l’allarme di Confagricoltura che, analizzando i dati relativi ai primi sette mesi di quest’anno, denuncia il continuo aumento di produzione che, questa volta, riguarda anche l’Italia, che si attesterebbe a quota +3%, appena un punto in percentuale al di sotto di Francia e Germania in un contesto dove, a parte Grecia, Spagna e Repubblica Ceca, tutti i Paesi stanno spingendo le loro produzioni.
'Il rischio di sforare la quota di produzione nazionale – dice il presidente della federazione di prodotto lattiero casearia Luigi Barbieri - è molto alto e in Italia si potrebbe aprire un nuovo fronte nella vicenda del pagamento delle multe''. Il protrarsi di questa situazione, secondo Confagri, non rappresenta un deterrente per chi non ha posto limiti alle proprie produzioni e ha trovato il modo di non pagare il dovuto, alimentando una sleale concorrenza con chi si è comportato correttamente. E' logico che prima di pensare a nuove tasse per l'agricoltura, si proceda al recupero delle somme dovute dagli splafonatori; è finito il tempo di temporeggiare su questa annosa vicenda che porterà l'Italia, e quindi i cittadini, a dover pagare una multa salata alla Ue in relazione ai 1,395 miliardi già pagati dall'Erario''.
Riscossioni in Lombardia. In Lombardia, intanto, è partita la riscossione per oltre 13 milioni di euro su 300 produttori non in regola con il regime delle quote per gli anni che vanno dal 1995 in poi. Queste somme erano rimaste ''congelate'' nei bilanci di caseifici e cooperative (i cosiddetti primi acquirenti) dopo i ricorsi presentati al Tar da parte degli allevatori multati. Adesso i soldi potranno essere incamerati dallo Stato come sanzione per gli splafonamenti. ''Si tratta dell'ultima fase di una vicenda che si trascina ormai da troppo tempo. Una situazione che ha creato tensioni, malumori e danni agli allevatori che invece in questi anni hanno rispettato la legge sulle quote'', spiega Ettore Prandini, presidente di Coldiretti Lombardia.
Articolo di Emiliano Raccagni