La Commissione Agricoltura del Senato ha approvato un emendamento al Disegno di legge annuale sulle piccole e medie imprese, che esclude dall’obbligo di assicurazione Rca le macchine agricole non immatricolate che operano esclusivamente all’interno di fondi agricoli o spazi privati non accessibili al pubblico, purché coperte da una polizza volontaria per la responsabilità civile verso terzi.
L’emendamento, a prima firma della senatrice Maria Nocco (Fratelli d’Italia) e sottoscritto anche dai colleghi Luca De Carlo e Anna Maria Fallucchi, risponde concretamente alle richieste del mondo agricolo, alle prese con le difficoltà applicative derivate dal recepimento della Direttiva UE 2021/2118, che ha esteso l’obbligo assicurativo Rca anche ai veicoli utilizzati su aree private.

«Con questa norma – ha dichiarato Maria Nocco – risolviamo una problematica che si protrae da oltre un anno e mezzo, lasciando molti possessori di mezzi agricoli nell’impossibilità di adempiere ai nuovi obblighi di legge per la mancanza di idonei strumenti assicurative».
L’approvazione dell’emendamento rappresenta il punto di arrivo di un percorso iniziato mesi fa, quando la stessa senatrice Nocco ottenne l’accoglimento di un ordine del giorno che impegnava il Governo, e in particolare il Ministero dei Trasporti, ad aprire un confronto sulla questione. «Oggi il Governo riconosce la specificità del settore agricolo e la necessità di escludere dall’obbligo Rca quei mezzi che, di fatto, non circolano su suolo pubblico e sono già coperti da assicurazione volontaria – conclude Nocco –. È una vittoria per il buon senso e per il lavoro concreto fatto in Commissione, grazie al presidente Luca De Carlo. Laddove sarà necessario, confermo la volontà di proseguire nel mio impegno a tutela dell’intera filiera della meccanica agricola, anche nei prossimi provvedimenti parlamentari».

Federacma, la Federazione Confcommercio delle associazioni nazionali dei rivenditori di macchine agricole, operatrici e da giardinaggio, accoglie il risultato come un passo avanti importante. «Esprimiamo un sentito ringraziamento per l’impegno profuso – ha dichiarato Andrea Borio, presidente di Federacma –. Tuttavia, la norma approvata non può ancora considerarsi risolutiva: alcune situazioni rimangono escluse o non pienamente chiarite, a partire da quelle relative ai mezzi agricoli nei piazzali di concessionari, rivenditori e costruttori o alle macchine operatrici, che continuano a restare in un limbo giuridico».
La proposta originaria presentata da Federacma insieme a Federunacoma, Assodimi-Assonolo, Cia-Agricoltori Italiani, Confagricoltura, Copagri, Cai Agromec e Uncai, prevedeva una formulazione onnicomprensiva, pensata per rispondere concretamente alle variegate esigenze delle categorie rappresentate e alle differenti condizioni d’impiego dei mezzi. La richiesta era quella di estendere la deroga anche alle macchine agricole e operatrici utilizzate in cantieri, magazzini, aree aziendali private, piazzali di rivenditori e costruttori, spazi dove questi mezzi sono spesso fermi o in attesa di essere immatricolati, movimentati o consegnati.
«Con il testo approvato si interviene in parte sui trattori nei campi – prosegue Borio – ma restano fuori tutte le altre situazioni che la nostra proposta affrontava con chiarezza, in una logica di semplificazione e legalità. Inoltre, la norma presenta ancora elementi di margine interpretativo circa il reale perimetro di applicazione della deroga».
Per queste ragioni, Federacma rinnova la richiesta di un confronto operativo con i Ministeri competenti – Trasporti, Imprese e Agricoltura – per definire in modo puntuale le casistiche realmente derogabili e, parallelamente, trovare soluzioni tecniche per i casi ancora non coperti da strumenti assicurativi idonei. «Ribadiamo la nostra disponibilità al dialogo – conclude Borio –. L’obiettivo è arrivare a un quadro normativo chiaro, praticabile e condiviso, che tuteli davvero sia gli operatori del settore sia i cittadini, senza scaricare su chi lavora la responsabilità di norme inapplicabili».