Per un contoterzista attento ai costi di produzione e alla valorizzazione delle risorse la scelta dello spandiconcime non è mai improvvisata. E sul fatto che la famiglia Aprili appartenga a questa schiera, sempre più folta, di agromeccanici avanzati, ci sono pochi dubbi. Originari e tutt'ora attivi a Nogarole Rocca (Vr) e dintorni, furono tra i primi ad abbracciare l'agricoltura conservativa e le tecnologie di precisione, che oggi applicano anche grazie a uno spandiconcime Sulky X40, di cui ci proponiamo di analizzare, in queste pagine, pregi e difetti, proprio grazie all'esperienza di Graziano Aprili, titolare dell'azienda, e di suo figlio Alessandro, che ormai lo affianca stabilmente nella sua conduzione.
«I Sulky ci hanno convinti per l’ottima gestione dello spandimento oltre che per le elevate possibilità di regolazione della gittata. Regolazioni che sono, tra l’altro, automatizzate, per cui avvengono senza che l’operatore debba impegnarsi direttamente, a parte la fase di apertura del campo», spiega Aprili.
La macchina
Lo spandiconcime scelto è un X40+ Econov, vale a dire uno dei modelli più grandi e sofisticati della gamma. Dotato di una capacità compresa tra due e tremila litri, è equipaggiato con il meglio della tecnologia progettata dal costruttore francese: Pesa elettronica a quattro celle con sensore di temperatura e inclinazione, sistema di rilevazione satellitare, Collegamento Isobus, gestione delle bordure con Tribord 3D e infine tecnologia Econov, che ritroviamo anche nel nome, per la gestione della larghezza di spandimento su un’area curvilinea, come dovrebbe essere la distribuzione effettiva del prodotto.
«Lo abbiamo acquistato da Benati, che importa Sulky in Italia, all’inizio del 2020. In pratica, quindi, ha fatto tre campagne e mezza, concimando circa 2.500 ettari». La superficie dichiarata è reale, specifica Graziano Aprili, in quanto riportata dal terminale di bordo. O meglio, dal terminale della guida automatica, dal momento che il modello scelto è dotato di collegamento Isobus.
«Grazie a esso non dobbiamo avere un monitor dedicato in cabina, ma facciamo tutto con il terminale della guida automatica Arvatec», precisa Alessandro Aprili. Lo spandiconcime, continuano i due agromeccanici, è stato usato su cereali e leguminose. «Non sul mais, per il quale preferiamo la concimazione localizzata. Abbiamo però trattato grano, orzo, colza e poi fagiolini, piselli e borlotti, sia in modo tradizionale sia con dosaggio variabile».
Tecnologia a profusione
X40+ appartiene alla nuova generazione di spandiconcime, che consentono di fare anche fertilizzazione a rateo variabile. Seguendo una mappa preparata a tavolino e poi inserita nel terminale tramite chiavetta usb, per esempio. «È ciò che abbiamo fatto nella scorsa stagione, in un paio di occasioni. Abbiamo avuto la chiavetta con le mappe di prescrizione dall'agronomo, l'abbiamo inserita nel terminale e poi non ci è rimasto altro da fare che andare avanti e indietro per il campo, poiché a tutto il resto pensava il software».
Sulky X40+ è uno spandiconcime portato, con capacità da duemila a tremila litri (30 quintali il carico massimo ammesso) e distribuzione a doppio disco rotante, con dosatore elettrico e motorino che varia il punto di caduta del concime per aumentare o ridurre la gittata. Che è, al massimo, di 24 metri, per questo modello. L’elettronica contempla, come visto, antenna Gps, rete Isobus e due sistemi per il controllo dello spandimento: uno per le bordure (Tribord) e l’altro per la gestione dell’area di lavoro in campo. Tribord 3D permette infatti di contenere al minimo la quantità di concime distribuito oltre il perimetro del campo, limitando il prodotto che cade sul piatto esterno. L’operatore può impostarlo su due livelli: Eco-intensivo, che arriva a somministrare il 100% della dose fissata fino a due metri dal bordo del campo e ha una dispersione massima all’esterno del medesimo del 9%, ed Ecologico, che riduce le dispersioni fuori campo al 2,3%, ma ovviamente riduce parzialmente la concimazione sull’area di campo prossima al confine. La gestione della bordura, fa notare Sulky, con i modelli Isobus si può fare sia sul lato destro sia su quello sinistro; è quindi possibile concimare senza preoccuparsi di percorrere il campo in senso orario o antiorario.
Il sistema Econov
Al controllo dei dosaggi durante il normale lavoro pensa invece Econov, il sistema che gestisce l’area di lavoro in forma di arco, ovvero tenendo conto del reale spazio concimato durante una passata. Per gli X40 la larghezza di lavoro può essere ripartita in un numero di sezioni variabile da 6 a 12, come nel caso dell’attrezzo di Aprili. Si ha quindi la possibilità di variare il dosaggio su sezioni larghe due metri, a garanzia di una concimazione davvero di precisione. Econov gestisce questo arco di lavoro ampliando o riducendo la larghezza in corrispondenza di passate già effettuate. È anche in grado, se necessario, di azzerare la concimazione su una striscia di terreno – poniamo di sei metri – mantenendola però sulle sezioni più esterne. In altre parole, massima versatilità di impiego per adattarsi a campi di ogni genere e in ogni condizione di lavoro.
La precisione nei dosaggi è assicurata dalla bilancia elettronica. È composta da quattro celle di carico più un sensore di inclinazione, per correggere errori di pesatura dovuti al lavoro in pendenza, e da un termometro, che aiuta a evitare deviazioni legate alla temperatura esterna. Notevole, da scheda tecnica, la capacità di distribuzione: si arriva a 1.200 kg per ettaro, partendo da una dose minima di soli 3 kg. La regolazione, come già indicato, è elettrica, con possibilità di variare i dosaggi senza scendere dalla cabina. Segnaliamo inoltre l’agitatore oscillante brevettato, che Sulky chiama regolatore di dosaggio. Secondo il costruttore francese è migliore di un agitatore rotante e può inoltre essere disabilitato sul finale del campo.
L’opinione dei proprietari
Vera ragion d'essere di questa rubrica non è tuttavia descrivere la macchina nel dettaglio, cosa che facciamo in altre sezioni, ma ascoltare il parere di chi con le macchine ci lavora. Nel nostro caso, tre stagioni e mezza. «Siamo senza dubbio di fronte a un attrezzo molto sofisticato e con diversi aspetti positivi», esordisce Graziano Aprili. «Il primo è il rispetto dei dosaggi, che è molto alto grazie al controllo satellitare e ai distributori elettrici. Il secondo è la comodità di lavoro: con l’apertura e chiusura automatica delle sezioni l’operatore non deve controllare dove è passato. È sufficiente che giri per il campo finché il sistema elettronico non gli dice di smettere».
Sistema elettronico che, come abbiamo già visto, è visualizzato sul terminale Arvatec, senza dover duplicare i monitor in cabina. «Con l’Isobus abbiamo tutto su un solo schermo e questo è molto utile per noi. Tramite esso gestiamo il dosaggio, l’ampiezza di lavoro, le bordure eccetera», interviene Alessandro.
Tra le varie funzioni è presente anche la memorizzazione dei terreni, per poterli richiamare senza dover ogni volta rifare il perimetro. «La usiamo soprattutto per i campi dove facciamo concimazione a dosaggio variabile. Per gli altri, per esempio quelli su cui non prevediamo di intervenire ogni anno, facciamo il tracciato sul momento. In fondo non occorre molto tempo: si fa un giro attorno al campo per ottenere il perimetro, si traccia la prima linea e a quel punto si può lasciar fare al computer».
Taratura rapida
Semplice, continua Alessandro Aprili, anche la taratura, richiesta quando si inizia a distribuire un nuovo prodotto. «Il sistema ha in memoria diversi tipi di concime, ma siccome le marche e le granulometrie sono moltissime, certamente non si trovano tutte pre-registrate. Tuttavia, esiste una soluzione molto semplice, che consiste nel far scendere un po’ di fertilizzante in un granulometro e poi osservare lo schema che risulta dal riempimento dei vari settori. Si va quindi a cercare il modello che più vi si avvicina su un manuale che riporta centinaia di schemi diversi». Una volta individuato lo schema corretto, si riportano i valori corrispondenti nel terminale e il gioco è fatto. «Vi sono due numeri da indicare: la granulometria e il peso specifico. Se si è precisi, il rispetto dei dosaggi è totale. A ogni modo – continua Graziano Aprili – il sistema riesce a correggere eventuali errori di impostazione, basandosi sui dati rilevati dalla pesa elettronica. Tuttavia, più le impostazioni iniziali sono corrette e più è alta la precisione fin dalle prime fasi del lavoro, senza attendere che il software faccia gli aggiustamenti del caso».
L’unico handicap di questo sistema, ci spiega invece Alessandro, è il numero limitato di prodotti che si possono tenere in memoria. «L’elenco funziona per ordine alfabetico, ma si può memorizzare un solo fertilizzante per lettera. Dunque, quando si arriva a 24 se ne deve cancellare qualcuno per farcene stare uno nuovo. Con tutti i prodotti che ci sono sul mercato tocca continuamente eliminarne alcuni per far posto a quelli che si devono usare in quel periodo dell’anno».
Pregi e difetti
Quello segnalato è, secondo i proprietari, praticamente il solo difetto dello spandiconcime, che nelle prime tre stagioni di lavoro non ha avuto problemi, se non un malfunzionamento elettronico: «A un certo punto la pesa ha smesso di funzionare. L’assistenza di Benati, venuta a controllare, si è accorta che il software non trovava più una stringa di informazioni, sebbene fosse presente nel terminale. Un problema esclusivamente di programmazione, quindi, che però ha fermato il sistema di pesatura». Un altro piccolo inconveniente, sempre di natura elettronica, è stato risolto dall'assistenza: in pratica, il sistema segnalava con ritardo fine e inizio campo, per cui la distribuzione sulle bordure non era perfetta. «Quando sono venuti, i tecnici in pochi minuti hanno registrato il terminale, che ora funziona perfettamente».
Non si registrano cedimenti, invece, nelle parti meccaniche. La macchina è del resto praticamente nuova. «Tutte le parti in movimento sono in acciaio inox, per cui dovrebbero durare parecchio. L’unico componente non inossidabile è il serbatoio del concime, che tuttavia è stato trattato con una vernice apposita, garantita sette anni». Gli spandiconcime sono in effetti trattati con un processo di cataforesi, che prevede una doppia verniciatura e una doppia essiccazione a diverse temperature per fissare meglio vernice e appretto anticorrosione.
Per il futuro, dunque, il proprietario sembra più preoccupato delle componenti elettriche ed elettroniche che di quelle meccaniche. «Teniamo d’occhio i motorini elettrici, nel timore che con la polvere e l’acqua dei frequenti lavaggi avessero problemi. Quando puliamo il Sulky cerchiamo di non insistere nella loro zona, ma un po’ di acqua ci finisce comunque sopra. Vedremo nei prossimi anni quanto ciò può influire sulla loro durata».
LA MACCHINA
Sulky è un’autorità in materia di spandiconcime e non soltanto da oggi, naturalmente. I suoi X40 e X50 rappresentano la punta di diamante di una gamma che va da macchine piccole e semplici, essenzialmente meccaniche, a concentrati di tecnologia in grado di lavorare su un raggio d’azione di 50 metri. È appunto il caso degli X40 e X50, offerti in versione standard, Pesatura ed Econov. Per la gamma X40+ la larghezza di lavoro va da 12 a 44 metri, mentre arriva a 50 sugli X50+, che hanno una capacità di carico massima di 4mila litri. Numerosissimi gli optional, che comprendono rete Isobus, Tribord sul lato sinistro dello spandiconcime, sensoristica varia, tettuccio pieghevole, trazione idraulica dei piatti e altro ancora.
LA PAGELLA
Materiali e struttura 7
Acciaio inox per le parti in movimento, cataforesi con vernice speciale per la tramoggia, garantita sette anni
Affidabilità 7
Un solo problema elettronico isolato nella prima stagione. Nulla di grave, se non si manifesteranno cedimenti a cablaggi e motori elettrici
Prestazioni 7
Buona capacità di lavoro, con 24 metri di gittata e una lunga autonomia
Distribuzione 7,5
Distribuzione rotativa, con variazione del punto di caduta regolata da motori elettrici. La larghezza di lavoro è divisa in sezioni di soli due metri, con possibilità di chiudere una o più sezioni in qualsiasi parte dell’area trattata
Autonomia 7
Contiene agevolmente fino a tre sacconi di fertilizzante
Rispetto dosaggi 8
Perfetto, secondo i proprietari, a patto di inserire i giusti valori quando si imposta il sistema
Elettronica 8
Il punto di forza della macchina, senza dubbio. Sistema Econov che tiene conto dell’effettiva forma dell’area concimata, connessione Isobus, pesatura elettronica e controllo radar della posizione
Costi 7
Il prezzo d’acquisto non è eccessivo e per farlo funzionare bastano 120 cavalli (opportunamente zavorrati)
PREGI
È PIACIUTO
- Automazione dello spandimento e alto rispetto dei dosaggi (1)
- Elettronica sofisticata: tiene conto anche della forma curvilinea dello spandimento (2)
- Facilità di taratura
DIFETTI
È PIACIUTO MENO
- Un paio di problemi all’elettronica
- Poco spazio per la memorizzazione dei concimi usati (3)
L'AZIENDA
Quella di Graziano Aprili, ormai stabilmente affiancato dal figlio Alessandro, è una ditta di meccanizzazione che punta da sempre sulle lavorazioni alternative, scommettendo su colossi del settore come Rabe, Lemken e Horsch.
Fu tra le prime ad adottare lo strip tillage, ormai un decennio fa, nonché la minima lavorazione e la semina combinata, realizzata con grandi seminatrici dotate di erpici a dischi o ad ancore più che con il classico abbinamento all’erpice rotante. Per i trattori, gli Aprili si affidano essenzialmente a Fendt, mentre scelgono Claas per le macchine da raccolta. La sede è a Nogarole Rocca, a sud di Verona.