Cristian è un contoterzista di nuova generazione, nel senso che ha iniziato a fare questo lavoro da meno di dieci anni. «Dopo tante stagioni passate a far da operatore per altre aziende, otto anni fa ho rilevato l’attività del mio ultimo datore di lavoro e mi sono messo in proprio». Da allora Cristian ha fatto crescere la sua azienda, che ora conta tre addetti fissi, altrettante mietitrebbie e una dozzina di trattori. Tutti Landini.
Passione per l’azzurro
«Sono nato landinista e morirò landinista», ci dice schietto. «Presso le aziende dove sono stato impiegato ho provato praticamente tutti i marchi, li conosco quindi abbastanza bene. Perciò posso dire che Landini non sarà migliore degli altri, ma nemmeno peggiore e se sulla bilancia mettiamo anche il costo iniziale, è una macchina che val la pena considerare. Anche perché a fare il lavoro, alla fine, non è il trattore ma l’attrezzo. Il trattore ci mette i cavalli e il traino, ma la qualità del lavoro la fa quello che c’è attaccato dietro».
Vediamo allora per che macchina ci siamo spinti fino a Giacciano (tra Rovigo e Badia Polesine). Gli ultimi acquisti in azienda sono due serie 7 di ultima generazione: un 210 cavalli, arrivato a fine 2021, e un 180 cv Robo Six, consegnato lo scorso autunno e messo subito a fare preparazione del terreno e semina con una combinata Amazone. È questo il trattore scelto per la nostra prova. «Lo abbiamo preso in sostituzione di un serie 7 da 175 cv che aveva già superato le seimila ore. Questo ha qualche cavallo in più ed è un po’ più lungo di passo, ma è molto più maneggevole grazie a una bella sterzata. Si guida come un giocattolo, insomma».
Motore e trasmissione
Il 7-180 Landini fa parte della serie 7 Swb (Short Wheelbase, ovvero a passo corto) ed è, anzi, il più potente di questa sotto-gamma, composta da quattro modelli, con motore a 4 e 6 cilindri. Quello che vi presentiamo monta appunto il 6 cilindri: Fpt Nef da 6,7 litri, per 166 cv di potenza massima, più altri 9 cavalli dati dall’extra-potenza in trasporto e nei lavori con la Pto. La coppia massima è di 700 Nm, disponibili già a 1400 giri. Il cambio è invece un Robo Six, nome scelto da Landini per i suoi Powershift. Questo, nello specifico, ha sei rapporti sotto carico e cinque gamme, per un totale di 30 velocità più 15 retromarce, selezionabili sia dall’inversore sul volante sia impostando a questo scopo uno dei cinque tasti jolly che offre la cloche Easy Pilot (ne parleremo più avanti).
Come ogni cambio evoluto, Robo Six permette di fare parecchie cose in modalità automatica. Per esempio, sceglie da solo le velocità all’interno di una gamma, in base al carico del motore, e può cambiare automaticamente anche le gamme, grazie alla funzione Smart Aps. Ovviamente, in modalità manuale il cambio di rapporti e gamme avviene senza ricorrere alla frizione. Tramite il de-clutch Stop&Action è anzi possibile fermare anche la macchina senza frizione, premendo soltanto il freno. La combinazione di questi due automatismi, fa notare Argo Tractors, rende il funzionamento del Robo Six assai simile a quello di un cambio a variazione continua, poiché non si devono cambiare marce e per fermarsi basta frenare. «Il numero di rapporti è più che sufficiente – ci dice Franchi – ma in alcuni passaggi li trovo un po’ bruschi. Non parlo dell’inversore, ma proprio delle marce. Probabilmente serve una taratura del cambio».
Addio doppia trazione
Trasmissione è però anche ponte anteriore, elemento che ha subito l’unico – anche se significativo – guasto dei primi dieci mesi di lavoro. «È accaduto a macchina nuova: per un errore di montaggio si sono sfilate le viti della corona nella trazione anteriore. Abbiamo così finito le semine con la sola trazione posteriore, poi l’assistenza ci ha cambiato l’intero ponte. Che è Carraro, per cui, a ben vedere, il problema è stato più di Carraro che di Landini». Al di là del guasto, Franchi è contento – anzi no, entusiasta – dell’assale anteriore: «A mio parere è tra i migliori del mercato, soprattutto per la risposta delle sospensioni. Un ponte eccellente sia per lavorare in campo sia per andare sulla strada. E poi, come ho detto, tutte le macchine si rompono: la differenza sta in come sono riparate. E in quanto tempo, anche. Nel nostro caso, è stata in officina una settimana: per un guasto del genere, ci sta».
Non ci sono invece ombre sulle prestazioni del motore: «Tira davvero. Rispetto al 175 cv che avevamo prima c’è un abisso. La potenza è quasi la stessa, ma le prestazioni sono tutta un’altra cosa. Dirò di più: si avvicina, per resa, a un 7-210 che abbiamo in azienda e che dopotutto ha lo stesso identico motore. La differenza di 30 cavalli alla fine si sente, ma meno di quanto ci si aspetterebbe».
Alla guida
Le belle sorprese non si fermano sotto al cofano, ma sconfinano nella cabina: luminosa, ampia il giusto e ben organizzata, nel giudizio di Cristian Franchi. In effetti, la serie 7 Stage V monta la nuova Lounge Cab, con quattro montanti, ampi sportelli e una vetratura importante, che dovrebbe assicurare visibilità in ogni direzione. «Sì, ci si vede bene, sia davanti sia dietro. C’è anche una buona insonorizzazione (il costruttore dichiara 70 decibel, ndr) e un condizionatore efficiente. Avrei preferito un po’ più cura nelle rifiniture, ma pazienza».
Non ci sono appunti sull’organizzazione dei comandi, quasi tutti raggruppati sul bracciolo destro. In testa al quale troviamo, in questo allestimento full optional, un bel terminale da 12 pollici, da cui si ha accesso al gestionale della macchina. Che non ci è sembrato troppo complesso ed è organizzato secondo uno schema abbastanza intuitivo. Buona anche la soluzione adottata per la leva principale, che Landini chiama Easy Pilot. Ha pochissime funzioni fisse, ma cinque tasti programmabili ai quali l’operatore può abbinare i comandi che gli servono. Per esempio manovre di fine campo, guida automatica, inversione di marcia (in aggiunta all’inversore al volante) eccetera.
Conclusioni
«Abbiamo acquistato il 7-180 in sostituzione di un 7/175 prima serie, come ho detto. Una macchina che si era comportata bene. Ma questa, almeno nelle prime 900 ore di lavoro, sta facendo anche meglio. Sicuramente per il motore, che non si spaventa se deve fare aratura o lavori impegnativi, e poi per la risposta del ponte anteriore e in generale di tutto il sistema di sospensioni. Quelle della cabina, per esempio, sono meccaniche, ma sono a mio parere migliori delle semi-attive che abbiamo sul 210 cavalli», riassume Cristian.
In meno di un anno, il 7-180 ha insomma conquistato il cuore – già azzurro-Landini, in verità – del suo proprietario. Non è stato perfetto sotto il profilo dell’affidabilità ed è un po’ brusco in alcuni cambi di rapporto, ma il tempo (e una buona taratura) potranno diradare ogni residuo dubbio sulla validità di questo bel trattore.
Pagellina
Prestazioni 7 - Il classico trattore polivalente: dall’aratro alla fienagione
Motore 7,5 – Nef 6.7 litri: uno dei migliori prodotti Fpt del ventennio
Trasmissione 6 – Bello avere tante marce, ma qualcuna strappa
Idraulica 7 – Sollevatore poco usato, portata idraulica più che sufficiente
Maneggevolezza 7,5: «È un giocattolo»: parola di Cristian
Cabina 7 – Poco rumore, tanto fresco. Qualcosa in più sugli interni, magari...
Visibilità 7 – Molto buona, in tutte le direzioni
Elettronica 7: Completa e non complicata. Bel connubio!
Versatilità 7,5 – Il rapporto peso potenza c’è. Morale: può fare di tutto
Affidabilità 6,5 - Ha inciampato ai blocchi di partenza. Speriamo sia finita lì
Assistenza 7 – Officina Palazzani e Zubani: veloci e preparati, ci dicono
Cosa piace
- Le sospensioni: il proprietario ne è entusiasta
- Il motore, che fa a gara con i 210 cavalli dell’azienda
- Le sospensioni della cabina
- E la facilità di manovra sullo stretto
Cosa non piace
- Passo falso all’esordio: è saltata la trazione anteriore
- Il cambio dà qualche colpo di troppo, urge taratura
- Interni: sulla qualità si può lavorare ancora