Quando
si parla di Merlo, le sorprese non sono l’eccezione, ma la regola. Dunque non
stupisce più di tanto che, dovendo cambiare i motori sulla propria linea Turbofarmer
per adeguarsi agli standard Euro 3 B, i progettisti non siano partiti dal
modello esistente, bensì – come hanno spiegato loro stessi – da un foglio
bianco. Il risultato è un telescopico tutto nuovo, che della serie precedente
mantiene il nome (Turbofarmer II) e alcuni dispositivi, per così dire,
strategici, ma che per il resto rivoluziona un po’ tutto, a partire dal metodo
costruttivo.
La
grande vera novità per il Turbofarmer II non è soltanto nella macchina finita,
ma anche nel modo in cui viene assemblata: a San Defendente di Cervasca (Cn)
hanno infatti abbandonato la vecchia linea produttiva per realizzarne un’altra
completamente nuova e basata sulla modularità. Che cosa significa, in sostanza?
Semplicemente che invece di usare componenti specifici per ognuna delle gamme
del nutrito listino Merlo, si cerca, per quanto possibile, di adottare parti
comuni.
La
macchina è stata così divisa in settori: telaio, cabina, motore con relativa
vasca, braccio e assale. Merlo possiede diverse versioni per ognuno di questi
dispositivi, tutte intercambiabili; combinandole in maniera diversa, si possono
ottenere con facilità svariati modelli senza essere costretti a moltiplicare
esponenzialmente il magazzino ricambi e soprattutto la logistica. La nuova gamma
Turbofarmer è la prima a nascere con questo principio, ma le altre serie,
presto o tardi, seguiranno lo stesso destino. A cominciare dai modelli del
2015: il Turbofarmer 50.8 e 40.7, per esempio, oppure il Multifarmer 40.9 o
45.11.
Vediamo
nel dettaglio i singoli moduli e quali sono le novità principali per ciascuno
di essi.
Motore e
trasmissione
Partiamo
da ciò che ha dato il via a questa piccola rivoluzione, ovvero il nuovo motore
Euro 3 B. La gamma Turbofarmer ne può montare due, entrambi marchiati Deutz;
abbiamo infatti il tre cilindri da 3,6 litri (per un totale di 122 cavalli),
oppure il 4 cilindri da 4,1 litri che arriva a ben 156 cavalli: la più alta
potenza del mercato per la categoria. Gli standard e sulle emissioni inquinanti
sono rispettati con il ricircolo esterno dei gas di scarico, in attesa della
passaggio a Euro 4 che avverrà presumibilmente nel 2015. Il motore è alloggiato
come sempre nel vano a destra della caricatore, ma il cofano è stato
ridisegnato e abbassato per aumentare la visibilità sul lato posteriore destro,
noto punto cieco. Alzando il cofano troviamo una sorpresa: una grande massa
radiante suddivisa in quattro settori e ribattezzata Fan Drive.
La trasmissione rappresenta una delle innovazioni del
nuovo Turbofarmer, nonché una novità di primo piano per le macchine Merlo. La
sua presenza è infatti dovuta alla nuova trasmissione Epd (Eco-power drive), un
dispositivo in grado di ridurre i consumi fino al 18 per cento, sostengono i
costruttori. In sostanza, l’Edp separa le funzioni di regolazione della
velocità e del regine motore. La prima fa sempre a capo al pedale che un tempo
era l’acceleratore, mentre il regime motore, sui nuovi Turbofarmer, è gestito
dal già citato potenziometro. Risultato: come nei trattori con cambio a variazione
continua, è possibile procedere con un’andatura molto lenta e un elevato regime
motore; una funzione utile, per esempio, quando si usa una rotopressa o un
altro attrezzo alla presa di potenza. Che – altra novità sui Turbofarmer –
diventa meccanica, con una potenza pari almeno al 90 per cento del regime
nominale del motore (dunque, 110 e 135 cavalli effettivi).
In tema
di velocità, un’altra innovazione sul Turbofarmer è lo Speed control, un
dispositivo simile al cruise control delle auto e che permette di impostare la
velocità per i trasferimenti su strada. Ulteriore preziosa automatismo è il
tasto Eco, grazie al quale si riducono ulteriormente i consumi, limitando il
regime motore 1.800 giri. Serve per lavori non troppo impegnativi, come
movimentazione di carichi leggeri sul piazzale e simili. Un’ultima annotazione
riguarda la possibilità di gestione automatica del regime motore. Ovviamente
sui Turbofarmer di nuova generazione troveremo ancora una trasmissione
d’avanguardia come quella a variazione continua Mcv Tronic, brevetto Merlo.
I
Turbofarmer mantengono e spesso migliorano l’idraulica e le prestazioni dei
vecchi modelli. Per esempio, il TF 42.7 è l’unico telescopico del mercato in
grado di sollevare 42 q fino a 7 m d’altezza, sostiene Merlo. Gli altri modelli
standard della gamma sono il TF 38.7, modello d’ingresso, meno tecnologico e
anche meno costoso, e il TF 38.10, che solleva 3,8 t a 10 m. La modularità,
come abbiamo scritto sopra, permette comunque di avere allestimenti quasi
personalizzati e montare, per esempio, la cabina sospesa anche sul 38.7.
Comfort e cabina
Una
ristrutturazione così completa non poteva non interessare anche la postazione
di guida, che mantiene la sua larghezza record di 1.010 mm esterni e si
arricchisce con tanti particolari, a cominciare da un nuovo display più
intuitivo e completo, per continuare con una maggior visibilità dovuta sia al
parabrezza anteriore curvo, sia al già citato abbassamento del cofano motore.
Cambia anche l’impianto di condizionamento, con un percorso meglio studiato e
più razionale per la circolazione dell’aria. La sospensione è un altro brevetto
Merlo. L’ultimo interessante intervento realizzato nella postazione di guida è
quello che riguarda la rumorosità, ulteriormente ridotta di 3 decibel, fino a
quota 74.
Con la nuova linea
Turbofarmer, Merlo fa dunque un grosso passo avanti, mettendo sul mercato una
gamma di telescopici dalle prestazioni convincenti, ma soprattutto con un’alta
possibilità di personalizzazione dell’allestimento e, al tempo stesso, una
notevole semplificazione della linea produttiva. Tutto questo in attesa della
prossima vera rivoluzione, che sarà il telescopico a motore ibrido, già visto
in anteprima nel piazzale di San Defendente.
Allegati
- Scarica il file: Merlo, Turbofarmer II generazione