Un logo di colore verde in cui si staglia la rappresentazione di un rilievo montuoso. Era stato già presentato nello scorso mese di febbraio, dall’ex ministro Maurizio Martina, il progetto legato al nuovo marchio di qualità istituito dal Ministero delle Politiche Agricole per valorizzare il “prodotto di montagna”. Nei giorni scorsi il neo ministro Gian Marco Centinaio ha firmato il decreto che, formalmente, istituisce il marchio. “Tutelare i prodotti di montagna – ha sottolineato Centinaio – vuol dire premiare il lavoro di migliaia di piccole e medie imprese che contribuiscono a tenere viva l’economia del nostro Paese. Questo vuol dire anche riconoscere il valore sociale, ambientale e turistico di queste aree. Con questo marchio, inoltre, sempre nell’ottica della maggiore trasparenza e tracciabilità, sarà più facile per i consumatori riconoscere e scegliere queste produzioni Made in Italy“. Il logo può essere utilizzato, naturalmente, sui prodotti previsti dal regime di qualità omonimo. L’indicazione facoltativa di qualità “Prodotto di montagna” è riservata sia alle materie prime che provengono essenzialmente dalle zone montane sia agli alimenti trasformati. In questa seconda ipotesi, il logo si può usare nel caso in cui la trasformazione, la stagionatura e la maturazione abbiano luogo in montagna.
Come in precedenza aveva sottolineato Martina, l’obiettivo principale del marchio è quello di “valorizzare meglio il lavoro dei produttori delle zone montane, il 17% del totale delle imprese agricole italiane e di un terzo degli allevamenti. L’economia agricola della montagna è un pilastro fondamentale per la tenuta dei nostri territori, anche contro il dissesto idrogeologico. Con il regime di qualità e questo nuovo marchio i consumatori potranno riconoscere più facilmente dalle etichette le produzioni e supportare queste attività e il loro valore non solo economico, ma sociale e ambientale”. Secondo i dati contenuti nel rapporto “Montagna 2017”, elaborati dalla fondazione Montagne Italia, il valore dell’agricoltura montana in Italia ammonta a 9,1 miliardi di euro di cui 6,7 miliardi sviluppati lungo gli Appennini e 2,4 miliardi concernenti le Alpi. Di significativa rilevanza anche l’impatto occupazionale: nell’arco temporale 2011 – 2016 si è registrato nelle province alpine un incremento pari al 10% dei lavoratori del settore. Il logo si aggiunge ad altri interventi che, nel corso degli ultimi anni, sono stati destinati a supportare le aziende agricole di montagna. In tal senso, si segnalano l’aumento dei fondi degli aiuti diretti europei passati da 2 a quasi 3 miliardi di euro complessivi fino al 2020, l’aiuto accoppiato che ha destinato circa 30 milioni di euro all’anno agli allevatori delle aree montane e all’aiuto straordinario di 14 milioni di euro erogato come misura di contrasto alla crisi del prezzo del latte. Senza dimenticare il Testo Unico delle foreste che ha impostato una strategia di gestione e valorizzazione dei boschi.
Di Antonio Longo