I cambiamenti climatici influiscono sempre di più sul costo delle polizze in agricoltura e, dopo il 2017 appena trascorso, questa tesi quasi certamente si tradurrà in aumenti delle tariffe e ridefinizione delle garanzie. Una notizia non certo positiva, emersa nei giorni scorsi durante un convegno organizzato ad Assisi da Asnacodi, Associazione nazionale consorzi di difesa e da Centro per lo sviluppo agricolo e rurale, per fare il punto della situazione. Le previsioni giungono direttamente dalla compagnia di riassicurazione Swiss Re, che ha confermato l’anno difficile per il settore assicurativo a causa di eventi climatici negativi, che si sono succeduti con frequenza. Ciononostante, l’Ania, associazione che raggruppa le imprese assicuratrici, ha evidenziato i vantaggi, per gli agricoltori, nella stipula di contratti che prevedono il contributo pubblico, che comunque non sono sufficienti ad ampliare la base assicurata.
Da questa considerazione parte l’appello del presidente di Asnacodi, Albano Agabiti, per il quale occorre che nel 2018 risorse e investimenti siano necessariamente concentrati per sviluppare le assicurazioni agevolate, i cui valori nel 2017 sono aumentati di 500 milioni di euro, a riprova dell'efficacia delle iniziative intraprese. In questa direzione sono ascrivibili le novità Ue per diminuire la soglia di rischio per poter accedere alle assicurazioni agevolate e aumentare il contributo, rendendo ancora più convenienti le coperture agevolate. Un’inversione di tendenza, almeno negli auspici, alla pericolosa tendenza alla diminuzione della propensione alle coperture e all’utilizzo delle misure europee, è attesa dal Piano assicurativo nazionale 2018, approvato in anticipo anche per merito delle pressioni del mondo associazionistico e di Asnacodi e contenente alcune importanti modifiche pensate proprio per facilitare l’aumento del numero di assicurati. Una soluzione auspicabile proprio dopo un 2017 caratterizzato da eventi che hanno arrecato danni anche gravi a molte produzioni vegetali in diverse regioni italiane. Di grande rilevanza è l’applicazione immediata per il 2018 del regolamento Europeo 1329/2017 che ha abbassato dal 30 al 20% la soglia minima di danno e aumentato al 70% i contributi massimi erogabili dal Programma di Sviluppo Rurale Nazionale.
Durante i lavori, il dibattito si è soffermato anche sulle difficoltà riscontrate nell’erogazione dei fondi pubblici, con un richiamo alla politica, visto che il debito dei consorzi di difesa nei confronti delle banche, che aumentano il loro peso nel sostegno al settore agricolo a scapito proprio del pubblico, ammonta oggi a 400 milioni di euro. La presenza al convegno dei vertici di Agea è stata occasione per sollecitare uno sforzo per perfezionare procedure e sistemi informativi e far sì che si esca dal gran pantano dei mancati pagamenti. “Senza aiuti – ha rimarcato Fernanda Cecchini, assessore all’agricoltura della Regione Umbria- le imprese agricole non riescono ad andare avanti. I bandi della programmazione comunitaria sono aperti, le risorse sono disponibili e dunque Agea deve intervenire per superare i ritardi e ridare agli agricoltori fiducia e tranquillità, chiudendo definitivamente la fase del 'tanto i finanziamenti non arrivano' per lasciare spazio all'impegno condiviso sugli obiettivi strategici per il futuro dell'agricoltura". Per gli agricoltori, è stato ricordato, ci sono nuove importanti opportunità introdotte con la programmazione 2014/2020: sono previsti, infatti, nuovi strumenti per aiutarli ad affrontare i rischi economici ed ambientali derivanti da calamità naturali. In particolare, possono contare su una copertura del 65% dei costi sostenuti per assicurare raccolto, animali e piante. Una misura applicata con omogeneità in tutta Italia, con risorse certe, con l'obiettivo di mettere il reddito degli agricoltori al riparo dagli eventi climatici quali siccità e gelate.
Emiliano Raccagni