Le acque di vegetazione derivanti dai frantoi possono essere valorizzate, anche per ridurre i costi di gestione e dello smaltimento. Come può avvenire tale trasformazione? Grazie al processo brevettato da Enea e presentato in occasione dell’evento “InnovAgorà”, promosso dal MIUR e svoltosi al Museo della Scienza e della Tecnologia di Milano. Obiettivo della manifestazione è quello di valorizzare i risultati, le applicazioni e i benefici della ricerca pubblica per favorirne il trasferimento tecnologico presso il mondo produttivo.
Il processo, pulito e sostenibile, presentato da Enea consente, in estrema sintesi, di ottenere dai reflui dei processi di molitura delle olive una miscela di gas ricca di idrogeno e metano, da sfruttare come combustibile per produrre energia elettrica o calore. Il processo, testato su scala di laboratorio e basato sull’analisi tecnico-economica realizzata in collaborazione con l’Università di Tor Vergata, ha evidenziato l’applicabilità a frantoi di piccola-media dimensione, quindi con capacità di molitura di 2-3 ton/h, con un tempo di ritorno di circa 3-5 anni dell’investimento ipotizzato, pari a circa 100-150 mila euro.
“La realizzazione dell’impianto verrebbe ripagata dai costi evitati per lo smaltimento delle acque di vegetazione mediante spargimento sui terreni agricoli che si aggirano fra i 5 e 15 euro la tonnellata”, ha spiegato Silvano Tosti, responsabile del laboratorio ENEA di “Tecnologie nucleari” ed autore del brevetto; “i costi possono essere ulteriormente ridotti, utilizzando le sanse, i gas prodotti e i recuperi termici delle apparecchiature, per produrre l’energia necessaria al processo. Inoltre, utilizzando un reattore a membrana, è possibile separare direttamente idrogeno ultra puro e ottenere rese molto elevate: prove di laboratorio hanno permesso di produrre circa 18 mc di idrogeno da 1 mc di acqua di vegetazione”.
Il processo si basa su un apposito pretrattamento che consente di filtrare le acque di vegetazione e ottenere un concentrato di sostanza organica che viene poi inviato ad un apposito “reattore” in cui, attraverso reazioni di reforming, viene prodotta una miscela ricca di idrogeno, metano e altri gas che può essere valorizzata a fini energetici con costi di gestione molto ridotti. Ai vantaggi economici si aggiunge anche il beneficio ambientale di smaltire in sicurezza reflui che in caso di sversamento non controllato o autorizzato possono determinare l’inquinamento di corsi d’acqua, falde, depuratori.
Attualmente, per le acque di vegetazione la normativa italiana prevede lo spargimento sui terreni che deve essere controllato ed autorizzato dagli enti locali per evitare rischio di inquinamento delle acque superficiali e profonde.
di Antonio Longo