Oltre duecentomila imprenditrici agricole italiane vogliono essere in prima linea e dare un contributo fattivo al cosiddetto “Geen Deal”, una rivoluzione all’insegna del verde e della sostenibilità che, secondo stime, potrebbe raccogliere investimenti senza precedenti nei prossimi dieci anni. A questo proposito, l’associazione Donne in campo, anima femminile della Cia-Agricoltori Italiani, ha voluto lanciare nei giorni scorsi un messaggio forte in occasione dell’assemblea nazionale, tenuta in videoconferenza e intitolata "Seminare biodiversità per raccogliere futuro, ricamare paesaggi, coltivare foreste".
Concretamente, il Green Deal europeo sarà una strategia, cioè una serie di misure di diversa natura – fra cui soprattutto nuove leggi e investimenti – che saranno realizzate in trent’anni a livello europeo. Al momento la Commissione ha pianificato i primi due anni, i più importanti per mettere a punto una struttura che sia in grado di reggere un progetto ambizioso. Secondo le prime proiezioni della Commissione, relative al periodo dal 2021 al 2027, l’Italia otterrà circa 364 milioni, una cifra simile a quella che andrà a paesi come Francia e Spagna.
"Come donne dell'agricoltura - ha detto la presidente di Donne in campo Pina Terenzi - ci candidiamo a ricucire gli strappi tra la sostenibilità economica e quella ambientale e sociale. Un obiettivo da raggiungere rendendo protagonista il settore attraverso più innovazione, ricerca e risorse nella futura Pac, come anche un grande piano di divulgazione, formazione e assistenza tecnica per affiancare gli agricoltori e facilitare il passaggio verso gli obiettivi prefissati".
Donne in Campo lancia quindi un appello alle istituzioni e ai ministeri coinvolti, affinché sia garantito al settore primario tutto l’appoggio e il sostegno possibile per affrontare una fase di grande cambiamento. Un concetto ribadito nelle conclusioni dei lavori da parte del presidente nazionale di Cia Dino Scanavino. "L'agricoltura –ha detto- deve diventare di nuovo protagonista con il nostro progetto 'Il Paese che vogliamo' nel rinnovare e rivitalizzare le comunità rurali, fermando il fenomeno dell'abbandono dei territori interni con un piano di infrastrutturazione digitale e di manutenzione e lavorando da subito all'appuntamento del Green Deal europeo con investimenti in innovazione e sostenibilità ambientale''.
Una proposta subito raccolta dalla ministra delle Politiche agricole Teresa Bellanova, che è intervenuta all'Assemblea via web. "Accolgo il vostro appello -ha dichiarato- perché se non ci può essere futuro verde senza la centralità dell'agricoltura, non ci può essere centralità dell'agricoltura senza le donne''. Il ministro ha inoltre ricordato il via libera al bonus ''donne in campo'', realizzato proprio per potenziare la presenza nel settore (oggi un'azienda agricola su 3 è a conduzione femminile e il 40% della forza lavoro complessiva è rosa.
"Ora è necessario ripensare le nostre politiche di approvvigionamento - ha aggiunto Bellanova -; la sostenibilità del nuovo modello passerà dalla capacità di unire rispetto dell'ambiente e sicurezza alimentare, dalla promozione di sistemi sostenibili sul piano economico, sociale e ambientale fino alla massima trasparenza sull'origine dei prodotti; valorizzando il legame tra agricoltura e produzione alimentare proteggendoli dalla logiche strette del mercato perché, già oggi, - ha sottolineato la ministra - milioni di cittadini europei hanno bisogno di assistenza alimentare: l'accesso al cibo è tornato a essere una priorità incalzando i governi e sfidando la qualità delle politiche che sapremo mettere in campo".
Emiliano Raccagni