Passo in avanti importante quello che si prospetta per il mondo dei produttori di latte italiani. Prosegue l’attività di tutela finalizzata a difendere le produzioni Made in Italy contro truffe e contraffazioni. Un plauso arriva anche dai consumatori, sempre più attenti a ciò che acquistano, mangiano e bevono e che secondo una recente indagine Ismea si dichiarano in gran parte (in una percentuale pari al 67%) disposti a pagare un prezzo superiore dal 5% al 20% pur di acquistare un prodotto lattiero caseario “tracciato”. Ha preso il via l’iter formale – burocratico, previsto a livello europeo, per giungere al latte doc: lo schema di decreto che introduce l'indicazione obbligatoria dell'origine per i prodotti lattiero caseari in Italia è stato inviato per la prima verifica a Bruxelles. Il dado è tratto, si attende adesso il completamento del percorso autorizzativo. L’obiettivo è chiaro: indicare con certezza al consumatore la provenienza delle materie prime di prodotti come latte, burro, yogurt, mozzarella, formaggi e latticini. Novità importante per un comparto che vale più di venti miliardi di euro e che vede coinvolti in prima linea più di 34.000 allevatori, come ha evidenziato il Ministro Maurizio Martina. Nel dettaglio, i contenuti del decreto prevedono che il latte o i suoi derivati dovranno avere obbligatoriamente indicata l'origine della materia prima in etichetta. Le diciture che dovranno risultare in bella vista riguardano il paese di mungitura, il paese di confezionamento, il paese di trasformazione.
Nell’ipotesi in cui il latte, o il latte utilizzato come ingrediente nei prodotti lattiero-caseari, sia stato munto, confezionato e trasformato, nello stesso paese, il decreto sancisce che l'indicazione di origine può essere assolta con l'utilizzo di una sola dicitura. Altra ipotesi prevista dal provvedimento: se le fasi di confezionamento e trasformazione avvengono nel territorio di più paesi, diversi dall'Italia, possono essere utilizzate, a seconda della provenienza, le diciture Paesi UE, Paesi NON UE, Paesi UE E NON UE. Il decreto si inserisce lungo il solco già in passato tracciato dal ministero e finalizzato a supportare il comparto lattiero – caseario. Settore per il quale il dicastero ha previsto investimenti per circa 120 milioni di euro: 32 milioni destinati all'aumento della compensazione Iva al 10% per il latte venduto alla stalla, è stato attivato il fondo latte per ristrutturare i debiti e potenziare la moratoria dei mutui bancari ottenuta con Abi, 25 milioni di euro europei sono stati utilizzati per il sostegno diretto agli allevatori, 10 milioni sono investiti per l'acquisto di latte crudo da trasformare in UHT e destinare agli indigenti. Senza dimenticare la campagna di comunicazione istituzionale, attualmente in corso, per sostenere i consumi di latte fresco con testimonial come Cristina Parodi, Carlo Cracco, Demetrio Albertini e il Professor Giorgio Calabrese.
di Antonio Longo