È arrivato in questi giorni alla Camera dei Deputati il DL Milleproroghe n. 192/2014 del 31 dicembre che contiene importanti novità per chi produce agroenergie. La novità più importante riguarda sicuramente la fiscalità delle agroenergie (fotovoltaico e biomasse). Ma andiamo con ordine. La determinazione della fiscalità delle agroenergie risale alla legge Finanziaria 2006 (L. 23 dicembre 2005 n. 266) e successive modifiche, secondo cui la produzione e la cessione di energia da fonti rinnovabili agroforestali e fotovoltaiche, sono da considerare attività connesse a quella principale, ovvero agricola, e, pertanto, sono produttive di reddito agrario. L’articolo 22 del decreto legge 24 aprile 2014 n. 66 (cosiddetto DL Irpef) elimina il riferimento al reddito agrario e stabilisce che il reddito derivante dalla cessione di energia elettrica, termica, biocarburanti o prodotti chimici, ottenuti da prodotti provenienti prevalentemente dalla coltivazione del fondo agricolo, non sarà più considerato come reddito agrario, calcolato su base catastale, ma verrà determinato forfettariamente su una base imponibile pari al 25% della vendita fatturata di energia o biocarburanti o prodotti chimici. Tale misura sarebbe dovuta essere applicata senza eccezioni dal 1° gennaio 2015. Nella conversione in legge del decreto, però, sotto la forte pressione di alcune associazioni di categoria, è stata introdotta una modifica che doveva valere solo per il periodo di imposta 2014, ovvero è stata posta una franchigia al di sotto della quale la tassazione rimane quella prevista per il reddito agrario: la produzione di energia elettrica e termica da fonti rinnovabili agroforestali sino a 2.400.000 kWh/anno e fotovoltaiche fino a 260.000 kWh/anno effettuate dagli imprenditori agricoli avrebbero continuato ad essere considerate reddito agrario fino al 31 dicembre 2014. Superati i detti limiti, il 25% del fatturato derivante dalla vendita dell’energia sarebbe stato assoggettato a tassazione ordinaria.
Con il decreto Milleproroghe approdato in questi giorni alla Camera dei Deputati per essere convertito in legge, si prolunga anche per il 2015 la franchigia. “In questo modo - commenta Confagricoltura - non sarà applicata, a partire dal 2015, una tassazione spropositata per il biogas e per le biomasse (prevista dal comma 1 dell’articolo 1 del DL 66/14), con cui il settore avrebbe rischiato di versare nelle casse dello Stato più di cinque volte rispetto a quanto indicato dalla legge stessa. Quindi anche nel 2015 il prelievo fiscale sarà limitato ai corrispettivi della vendita dell’energia, con esplicita esclusione della quota incentivo per il biogas e le biomasse, con la previsione di una fascia di produzione di energia che continua ad essere considerata produttiva di reddito agrario (260.000 kWh per il fotovoltaico e 2.400.000 kWh per le biomasse ed il biogas)”. Uno dei settori più colpiti sarebbe sicuramente stato quello del biogas, un settore che – afferma ancora Confagricoltura - “ha investito circa quattro miliardi di euro negli ultimi quattro anni, sviluppando oltre 10.000 posti di lavoro”.
QUI il decreto legge 192/2014 pubblicato in Gazzetta il 31 dicembre 2014
Articolo di Maria Luisa Doldi