Agco sembra aver limitato l'impatto dell'emergenza Covid-19, almeno per quanto riguarda il primo trimestre dell'anno. I risultati finanziari di Agco nel primo trimestre 2020 indicano, infatti, un calo limitato rispetto ai primi tre mesi del 2019. I ricavi hanno raggiunto quota 1.928 milioni di dollari, contro i 1.995,8 del 2019, facendo segnare una diminuzione del 3,4%. L’Ebitda è stato, invece, di 101,2 milioni di dollari, contro i 94,1 milioni del primo trimestre 2019, quindi in aumento del 7,5%.
A livello di macro aree, nel primo trimestre i ricavi sono risultati positivi rispetto al pari data 2019 solo in Nord America (+11,2%), mentre sono calati in Sudamerica (-1,4%), in Europa/Medio Oriente (-8%) e in Asia/Pacifico/Africa (-17,8%).
Situazione molto dinamica
«Agco ha messo a segno dei risultati solidi in condizioni difficili – ha dichiarato Martin Richenhagen, presidente e Ceo di Agco –. Le attuali nostre priorità sono la sicurezza dei dipendenti e l'assistenza agli agricoltori di tutto il mondo, facendo la nostra parte nel minimizzare l’impatto della pandemia di Covid-19 sulla filiera alimentare. Stiamo affrontando una situazione molto dinamica, che richiede una programmazione rigorosa e coordinata per gestire la nostra produzione, la filiera e le operazioni postvendita, in modo da servire efficacemente i nostri dealer e i clienti finali, mantenendo al contempo una forza lavoro produttiva. Oltre a riavviare gli stabilimenti e ad aumentare la produzione, rimaniamo concentrati sul mantenere il nostro supporto nei pezzi di ricambio e nell’assistenza ai concessionari e ai clienti. È gratificante vedere i nostri dipendenti rispondere alla sfida di trovare soluzioni innovative per mantenere efficiente il nostro business e supportare gli agricoltori mentre continuano il loro importante lavoro».
Stabilimenti di nuovo operativi
Nella maggior parte delle aree geografiche il business di Agco si è mantenuto essenziale, consentendo così al gruppo di continuare le operazioni. Tuttavia, la produzione è stata gravemente impattata dalla disponibilità dei componenti, in particolare da fine marzo a tutto aprile, cosa che ha a sua volta inciso sulle vendite. Gli stabilimenti coinvolti hanno tutti ripreso a produrre a fine aprile, ma la capacità di mantenere una produzione totale rimane incerta perché il futuro è imprevedibile al momento, a causa di possibili limitazioni nella filiera, nella forza lavoro, nella disponibilità di dispositivi di sicurezza e nelle restrizioni governative.