In più di un’occasione ci è capitato di incontrare collezionisti “monomarca”. Innamorati, cioè, di uno specifico marchio e quindi concentrati sul reperimento di tutti i pezzi prodotti da quel costruttore. Spesso si è trattato di nomi blasonati (Fiat, Same, Landini, Lamborghini ecc.), mentre nel caso di Giancarlo Giacchetta, marchigiano di Osimo (Ancona), ci troviamo di fronte a una collezione incentrata su un brand che ebbe successo in campo industriale, ma meno in quello agricolo. Parliamo della ditta genovese Ansaldo Fossati, nome derivato da uno dei fondatori (Giovanni Ansaldo) e dallo stabilimento meccanico metallurgico Fossati di Genova Sestri, i cui albori risalgono addirittura al 1852 (ma il nome Ansaldo Fossati nascerà solo nel 1950).
L’azienda inizialmente costruisce motori e locomotive, poi si allarga al settore cantieristico e raggiunge l’apice all’inizio della prima guerra mondiale. Ed è proprio nel primo dopoguerra che comincia ad approcciare il settore agricolo (con il motoaratro Ansaldo Patuzzo), ma viene poi investita da una crisi finanziaria che ne determina il fallimento. Riprende vita nel 1933 grazie all’Istituto per la Ricostruzione Industriale e si concentra sulla produzione di carri armati e aerei.
Bisogna aspettare il secondo dopoguerra per vedere l’ingresso ufficiale dell’Ansaldo nel settore agricolo, con l’assemblaggio di un centinaio di cingolati testacalda per conto dell’Italtractor di Voghera e poi con la produzione, nel 1946, del suo primo vero trattore cingolato, adatto all’agricoltura e al movimento terra, il TCA 60. Che ovviamente troviamo nella collezione di Giacchetta.
TCA 60, il debutto ufficiale in agricoltura
«Il mio è un modello del 1949 – ci spiega – uno degli ultimi prodotti, con i bracci di ancoraggio e l’avviamento a manovella. È azionato da un motore 430 TR a gasolio da 62 cavalli che Alfa Romeo montava sui camion, con 4 cilindri verticali e a carter secco. Cinque le marce a disposizione per l’avanzamento, più una retromarcia».
Tre i punti di forza di questo modello: semplicità di funzionamento, manutenzione minima e robustezza. I primi TCA 60 sono prodotti ancora a nome Ansaldo, ma dal 1950, come detto, il nome diventa Ansaldo-Fossati e Giacchetta possiede anche un AF 6, che era di proprietà del padre, con motore Breda tipo D 28 N 4 L a precamera, da 70 cavalli.
«Mio padre voleva comperare una Fiat 60 con pala e ruspa in cambio di due Ansaldo, ma il Consorzio non accettò e allora andò direttamente alla Ansaldo e portò a casa questo AF 6. Ho ancora anche la pala Beltrami con cui è uscito dalla fabbrica».
Sempre nel 1950 escono due nuovi modelli: il TCA 70 e il TCA 120. Quest’ultimo, da 120 cv di potenza, in realtà viene prodotto in un solo esemplare, a quanto pare ancora esistente da qualche parte in Sardegna, e quindi esce subito di scena, mentre il primo ottiene un discreto successo con più di mille unità prodotte. «Mio padre ha posseduto tre TCA 70 – ci racconta Giacchetta – il primo dei quali comperato nel 1950, con cui faceva arature come contoterzista. Il modello in collezione, invece, lo abbiamo recuperato a Jesolo (Ve): ha avviamento a inerzia e motore sempre Alfa Romeo tipo 1624, con 4 cilindri verticali, 70 cv, raffreddato ad acqua».
Il vero colpo della Ansaldo-Fossati arriva con il modello AF 8, costruito a partire dal 1951 in sostituzione del TCA 120. Si tratta di una “bestia” da 150 quintali di peso, con motore Alfa Romeo tipo 1623 da 150 cavalli e 6 cilindri verticali. «Io non possiedo quello che mio padre aveva comprato nel 1954 e che aveva l’avviamento a gasolio, ma ne ho recuperato uno a Imola (Bo) con avviamento elettrico. Mio padre lo comprò completo di ruspa e ripper (per costruire bacini artificiali) e di aratro Nardi per l’aratura a scasso dei vigneti. A quei tempi l’International TD 24 al Consorzio Agrario di Ferrara costava 24 milioni di lire contro i 16 milioni dell’AF 8 e gli 8 dell’AF 6. Ho ancora le foto del primo bacino (Carradori di Montefano) che ha fatto mio padre con l’AF 8, a 7-8 km da qua, lavorando per 40 giorni consecutivi senza sosta, giorno e notte. Il bacino è ancora integro come 70 anni fa».
Chiude la collezione degli Ansaldo Fossati un FB 4 r, del 1954, l’ultimo trattore costruito da Ansaldo Fossati, con motore Isotta Fraschini da 50 cavalli a iniezione diretta, 2 cilindri e pistoni contrapposti, preso da Giacchetta a Firenze, ma originario di Ravenna. Progettato per lavori di aratura e trebbiatura, presenta un cambio ZF e raffreddamento del motore assicurato, oltre che con l’acqua, con la circolazione dell’olio nei pistoni e un apposito circuito munito di radiatore.
Non solo Ansaldo
Giancarlo Giacchetta ha ereditato la passione dal padre e adesso la sua attività è dedita alle trivellazioni.
Una passione che ha portato a collezionare gli Ansaldo a partire dal 1982 e che si è trasmessa al figlio Enrico, che ci introduce ad altri pezzi presenti in collezione. «Oltre a un Ford 2 ruote motrici e motore Perkins 8 cilindri a V che stiamo restaurando – ci spiega Enrico – abbiamo un Fordson Super Major 55 4 ruote motrici con ponte anteriore Manuel Selene originale, un Fiat 211 Rb a ruote del 1959 con il motore a benzina ricavato dalla Fiat 1100 D, un Lombardini TL25, 2 cilindri a V, con sollevatore idraulico originale della veronese Erpoz, (uno dei pochi ancora in giro con il sollevatore), un Landini C 4000 classico, prima serie, 40 cavalli, un altro Fordson Major, cingolato basso, e un OM 50C.
Tra le particolarità anche diversi bulldozer: un Champion 84 della Vender, un D4 Caterpillar del 1937, un Fiat AD7 (di proprietà), che ha alle spalle la bellezza di 17mila ore di lavoro (molte delle quali per realizzare la A14), un International TD 25 e un Allis Chalmers HD 5 che deve arrivare dall’Inghilterra».
La famiglia Giacchetta si definisce “malata della ruggine”, perché anche zii e nipoti sono stati contagiati da questa passione, che non sembra abbia intenzione di spegnersi. Anche perché potrebbe comparire l’introvabile TCA 120. Chissà, mai dire mai…
salve, complimenti per la passione x gli
Ansaldo fossati, confesso che anche io mi associo a questo marchio in quanto il mio poveroo babbo ne possedeva due un TCA 70, e un AF8 però con motore dorman da 160 cavalli, in quanto togliemmo il motore Alfa Romeo e montammo il motore dorman per dargli più potenza x le arature da scasso
Congratulazioni per la passione. Sono passati molti anni, ma in gioventù, quando avevo 24-25 anni, ho guidato un Ansaldo Fossati gommato, che ho riconosciuto dalle vostre foto, un FB 4 r. Era in abbandono sull’aia da chissà quanti anni, con l’erba cresciuta nel vano motore, mai avrei pensato che andasse in moto. Ci occorreva un motore per azionare una pompa dell’acqua ed irrigare. Un meccanico lo ripristinò ed io lo avviavo con una spruzzata di etere nella presa d’aria. Poi, rischiando la vita, almeno col senno di poi, lo portavo nel campo. Per staccare la frizione ci voleva tutto il peso del corpo, i freni idem, ma come se non ci fossero. Attaccato alla pompa su un carrello, ha fatto il suo dovere per quella stagione. Oggi mi avete riportato indietro nel tempo. Grazie.
Vorrei vendere il mio tca 70 restaurato ma non saprei che valore possa avere visto che non c’è ne sono altri in vendita per poter fare un paragone !! Accetto volentieri consigli da persone esperte in materia
Grazie